Passa al contenuto

Facciamolo insieme

5 modi per condividere il carico mentale

Ho spesso parlato di dinamiche tossiche, di privilegio e della necessità di metterci in discussione. Ma a volte, la decostruzione del patriarcato passa per azioni molto più concrete e quotidiane di quanto posso pensare. Una delle più importanti è imparare a vedere e a condividere il carico mentale.

Cos'è il carico mentale? Non è semplicemente "fare le faccende". È il lavoro invisibile e faticoso di pianificazione, organizzazione e gestione che sta dietro la vita di una coppia o di una famiglia. È quel flusso continuo di pensieri che risponde a domande come: "Cosa mangiamo stasera? E domani? C'è tutto in frigo? La bolletta è stata pagata? Quando scade l'assicurazione dell'auto? Chi prende il bambino dal pediatra? Abbiamo comprato il regalo per il compleanno di ... ?".

Questo carico ricade in modo sproporzionato sulle donne, anche quando i compiti pratici vengono divisi. La "weaponized incompetence" di cui ho già parlato ("tesoro, non so dove siano le cose", "tu lo fai meglio") è una delle cause principali. Ma anche senza arrivare a tanto, spesso noi uomini ci posizioniamo come semplici "esecutori" in attesa di istruzioni.

"Andare oltre la violenza" significa anche costruire relazioni eque e rispettose. E non c'è equità se uno dei due partner è il manager e l'altro è l'impiegato. Ecco quindi 5 modi pratici per iniziare a condividere davvero il carico mentale.

  1. Posso diventare la persona che si occupa di un argomento (non solo l'esecutore)

"Aiutare" non è condividere. "Dimmi che devo fare" non alleggerisce il carico mentale, perché l'onere della pianificazione resta sull'altra persona. La vera svolta è fare un passo avanti: scegliere un intero dominio di responsabilità e farsene carico dall'inizio alla fine.

  • Azione Pratica: invece di chiedere "cosa c'è per cena?", propongo: "Per questa settimana alla pianificazione dei pasti, alla lista della spesa e alla cucina per 4 sere ci penso completamente io". Questo significa: decidere il menù, controllare cosa c'è in dispensa, fare la lista, andare a comprare, cucinare e, ovviamente, pulire dopo. Significa gestire l'intero processo, dalla A alla Z. Altri esempi di dominio possono essere la gestione completa della salute dei figli (prenotare visite, ricordare vaccini, gestire terapie), la manutenzione dell'auto, l'organizzazione delle vacanze.
2. Posso creare un "cervello condiviso"

Per non dire più "me lo sono dimenticato" o "non me l'avevi detto" basta creare un "cervello digitale" condiviso, accessibile e modificabile da entrambi in ogni momento.

  • Azione Pratica: creo e utilizzo attivamente con la mia partner un calendario condiviso (es. Google Calendar) dove entrambi inseriamo impegni, scadenze, appuntamenti, compleanni. Creo una lista della spesa condivisa (es. Google Keep) dove entrambi aggiungiamo le cose man mano che finiscono. Usiamo i promemoria per le scadenze importanti (bollette, revisione auto, tasse). L'obiettivo non è che una persona lo popoli e l'altra lo consulti, ma che entrambi siamo co-gestori di questo archivio comune.
3. Posso proporre di fare il punto sulla gestione familiare della settimana

Rendere visibile l'invisibile è il primo passo per poterlo condividere. Posso proporre di dedicare un momento fisso alla settimana per fare il punto della situazione e pianificare insieme.

  • Azione Pratica: propongo un appuntamento breve e ricorrente (es. 15-20 minuti la domenica sera) per pianificare la settimana successiva. CI allineiamo sugli impegni lavorativi e personali, sugli appuntamenti dei figli, sui compiti domestici straordinari (es. "questa settimana dobbiamo portare il piumone in lavanderia"), sulle scadenze imminenti. Questo trasforma la gestione familiare da un monologo interiore della partner a un progetto di coppia esplicito e condiviso.
4. Pratico l'"Osservazione Attiva": Anticipo Invece di Reagire

Questo è un passo più avanzato, che richiede di passare da una modalità passiva/reattiva ("aspetto che mi venga detto cosa fare") a una proattiva. Significa allenarsi a "vedere" le cose che devono essere fatte, senza che qualcuno debba chiederlo.

  • Azione Pratica: mi alleno a guardare la casa e la vita familiare con occhi diversi. Apro il frigo: cosa manca? Guardo il cesto della biancheria: è pieno? Controllo il calendario: c'è un compleanno in arrivo? Noto che il detersivo sta per finire e lo aggiungo alla lista condivisa. Vedo che le piante hanno bisogno d'acqua. Inizialmente richiederà uno sforzo cosciente, ma con il tempo diventerà un'abitudine. Anticipare un bisogno è una delle forme di cura più potenti, ed è un bellissimo segnale di connessione e condivisione.
5. Accetto che il "mio modo" sia Valido (restando aperto al feedback)

Spesso, dietro la scusa "tu lo fai meglio", si nasconde la paura di non essere all'altezza o il fastidio di ricevere critiche. Per condividere davvero la responsabilità, bisogna accettare che ci siano modi diversi di fare le cose.

  • Azione Pratica: quando mi assumo un compito, lo porto a termine a modo mio, senza chiedere continue conferme. L'importante è che l'obiettivo sia raggiunto (i vestiti sono puliti e ordinati, la cena è in tavola e la cucina pulita). Allo stesso tempo, se la partner mi offre un suggerimento ("guarda che se tagli la cipolla così grossa si sente troppo"), non lo vivo come un attacco personale o una svalutazione, ma come un feedback costruttivo per migliorare un processo condiviso. L'obiettivo non è "fare come dice lei", ma trovare un "modo nostro" che funzioni per la coppia, e questo a volte richiede dialogo e aggiustamenti reciproci.

Condividere il carico mentale non è un "favore" che facciamo alla nostra partner. È un atto fondamentale di giustizia, rispetto e amore. È il presupposto per una partnership reale ed equa. Alleggerire questo peso invisibile libera tempo ed energie mentali che possono essere reinvestite nella coppia, migliorando l'intimità, la serenità e la qualità della vita di entrambi. È uno dei modi più concreti per essere, ogni giorno, uomini che scelgono di andare "oltre".

Questa condivisione si paga con il prezzo, a volte salato, della negoziazione; ma è un farsi carico di qualcosa che viene fatto già da qualcuno, da molto tempo e mentre noi guardiamo dall'altra parte dando tutto per scontato.

Potrebbe non essere semplice all'inizio cambiare le regole del gioco, anche perché la nostra partner potrebbe aver costruito un muro dietro le motivazioni che l'hanno portata a farsi carico da sola, finora, di tutto questo stress. Ci vuole tempo, sincerità, apertura -e la pazienza di fare spazio per l'altro che richiede ogni relazione.

So che non è facile avviare certe conversazioni, ma proviamoci. CONDIVIDI l'articolo!
Etichette
I nostri blog
Archivio